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montenero

volare

Rileggo, a quaranta anni di distanza, la frase che avevo scelto nel biglietto della ordinazione. È il ritornello di una canzone di Pére Duval: "Signore, mio amico, tu mi hai preso per mano: io andrò senza timore fino in fondo al cammino".
Questa frase esprime due atteggiamenti, quello del Signore che ci prende per mano e il nostro camminare senza timore fino alla fine. Non sono ancora arrivato in fondo al cammino perché non ci è dato di sapere quanto sia lungo, ma un po’ di strada ne ho fatta. Mi domando se il Signore abbia ancora stretta la mia mano; non ho dubbi su di Lui, ma sulla mia voglia di andare per i fatti miei qualche dubbio mi viene, mi ha sempre riacciuffato anche per i capelli; adesso anche i capelli se ne sono andati!
Il timore, invece, mi ha attanagliato e più volte mi sono trovato perso; strano a dirsi, mi capita più frequentemente adesso a questa tenera età e con una esperienza maggiore della vita e degli uomini, eppure mi guardo intorno e non vedo più chiaramente tutte quelle mani che un tempo erano il segno concreto della Sua mano. Tempo fa mi è parso che qualcuno abbia fatto scattare un interruttore e all’improvviso mi sono trovato rabbuiato, in una Chiesa diversa e io inibito in tutte le capacità, tutto era sbagliato.
 Avevo voglia di volare e qualcuno (o io stesso) mi ha spuntato le penne.
Ma il Signore è buono e generoso, certi semi rimasti sul fondo sembra che riprendono a germogliare. A volte i temporali nella propria esistenza, anche se violenti, donano l’acqua necessaria per riprendere vita.

A quanto pare il Signore non ha mai smesso di tendermi la mano e questa fede mi sostiene, spero per il tempo che mi rimane.

 

don Luciano

Livorno, 10 novembre 2013